Finalmente il grande giorno era arrivato: la piccola Maria stava aspettando da mesi con gioia il giorno del suo decimo compleanno.
Una squadra di nonne, zie e mamme aveva preparato per l’occasione ogni tipo di dolce: torta al cioccolato, pasticcini, crostate, raviole alla marmellata, bignè alla crema, insomma ce ne era proprio per tutti i gusti. L’appuntamento per la festa era al parco sotto casa, quello fitto fitto di alberi. Mamma e papà avevano allestito un vero banchetto su misura di bambino: c’era la musica, c’erano palloncini di tutti i colori e forme, c’erano bolle di sapone per tutti e c’era perfino un simpatico mago che stupiva grandi e piccini con i suoi numeri di magia.
Dopo la ricca merenda le portarono il regalo tutto infiocchettato con cura: una splendida bicicletta. Rosa era il cestino, rosa era la sella e rosa erano anche la catena e la piccola chiave per poterla parcheggiare.
Maria era la bambina più felice del mondo.
Finalmente arrivò l’ora del nascondino, il gioco preferito da Maria. 1..2..3..8…15….20…. Tutti i bambini si lanciarono all’impazzata in tutte le direzioni a cercare un nascondiglio. Maria trovò rifugio dietro il tronco nodoso di un grande e saggio Tiglio in fiore, che di compleanni divertenti e caciaroni come quelli ne aveva visti davvero tanti negli anni. Era un albero davvero maestoso con una foltissima chioma di foglie a forma di cuore e con tanti, tantissimi rami che si allungavano in ogni direzione.
Maria rimase nel nascondiglio un sacco di tempo, era l’ultima bimba da cercare e se ne stava lì rannicchiata tra le radici a sbirciare e ridacchiare sottovoce quand’ ecco che: VIA LIBERA. Iniziò a correre a più non posso verso la tana e… << TANA LIBERA TUTTI!!!!!!>>.
Il sole era ormai andato a dormire quando tutti i bambini tornarono a casa. Maria, mamma e papà si attardarono un pochino per sistemare e radunare tutte le cose da riportare a casa. Quando fu ora di slegare la bicicletta Maria si accorse con grande stupore che la piccola chiave rosa era scomparsa dalla sua tasca. La bimba scoppiò in lacrime e mamma e papà iniziarono a cercarla da tutte le parti. Sotto le altalene, accanto ai tavoli da pic nic, vicino alla fontanella, la cercarono persino nelle proprie di tasche, <<Non si può mai sapere!>> diceva papà. Nulla.
All’ improvviso la bimba ebbe un lampo di genio: << Ma certo! Mi saranno cascate dalla tasca quando ero nascosta>>. << Oh che sollievo>> prese a dire la mamma già preoccupata << Andiamo a cercarle tesoro, prima che faccia buio! A proposito, dove ti sei nascosta? >> Fu così che improvvisamente Maria guardò il parco in penombra e si rese conto che in tutto il pomeriggio non si era mai guardata attorno, non aveva mai e poi mai alzato gli occhi verso il cielo, era troppo presa dalla sua festa e dai suoi amici. Improvvisamente notò che attorno a lei c’erano alberelli giovani, alberi alti anche dieci metri, cespugli di rovi e fitte siepi di edera. Il parco a primavera era davvero bellissimo anche alla flebile luce dei lampioni.
Iniziarono così le disperate e frenetiche ricerche, un po’ a casaccio per la verità perché la bambina proprio non riusciva ad orientarsi.
Erano perse ormai quasi tutte le speranze quand’ecco che Maria sentì un odore assai familiare.
Riconobbe quel profumo intenso e sognante che le aveva fatto compagnia per tutto il tempo in cui era stata nascosta. Era l’inconfondibile aroma dei fiori del tiglio! Fu così che con la calma e la tranquillità che quel profumo sprigionava, con gli occhi chiusi e le narici ben aperte, la piccola Maria ritrovò il grande tiglio e, un po’ nascosta tra l’erba e le radici, c’era la chiave rosa della sua bicicletta.
Maria, mamma e papà abbracciarono in un allegro girotondo il tronco del tiglio prima di tornare a casa e quell’albero portentoso dal profumo inebriante e dolcissimo, rimase per sempre un ricordo bellissimo per tutta la famiglia.
Il tiglio da parte sua rimane al parco lì dove l’abbiamo lasciato. Trascorre il tempo anche per l’albero e, in silenzio e con tutta calma, cresce e diventa sempre più rigoglioso. Anche se qualcuno non si accorge di lui il tiglio non se la prende e negli anni e nei secoli rimarrà li, immobile e pacifico, a vegliare su grandi e piccini.
Di Federica Molteni